Cosa vedere alle isole Eolie, non solo natura!

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C'è da sapere che le sette sorelle del Mediterraneo non offrono soltanto mare cristallino e natura selvaggia. Il patrimonio culturale dell'arcipelago messinese vanta una ricchezza archeologica entusiasmante! Troviamo infatti il Museo Archeologico Regionale Eoliano, a Lipari, dove è possibile visitare i padiglioni dedicati alla Preistoria, alle isole minori, all'epigrafia, all'archeologia classica e sottomarina e alla vulcanologia. Inoltre, diversi sono i villaggi preistorici a FilicudiPanarea e a Salina, in cui si possono ammirare gli insediamenti risalenti all'Età del Bronzo.  

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Il villaggio preistorico di Filicudi

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In località Capo Graziano troverete il Villaggio Preistorico di Filicudi con le sue venti capanne ovali a 100 metri sul livello del mare. 

Il castello di Lipari

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Il Castello di Lipari è stato per secoli la rocca sicura in cui la popolazione andava a rifugiarsi in caso di incursioni. Si trova nel centro storico di Lipari, tra Marina Lunga e Marina Corta.

Numerosi sono stati i rifacimenti a cui l’edificio è stato sottoposto nel corso del tempo. Le fortificazioni spagnole, che hanno inglobato le torri normanne e una torre greca, sono state edificate nel 1560 a seguito dell’attacco all’isola del pirata Barbarossa. Numerose le chiese che potrete ammirare lungo il percorso, tra cui la Cattedrale di San Bartolomeo, patrono delle Eolie.

Un parco archeologico è stato creato nella parte più a sud della struttura. L’Acropoli di Lipari, così è anche chiamata la rocca del Castello, ospita anche il Museo Archeologico Regionale Eoliano, con reperti archeologici che vanno dal neolitico all’epoca greco-romana. Il sito del Castello infatti è stato abitato sin dall’epoca preistorica. Recentemente il museo si è dotato anche di una sezione sull'archeologia sottomarina e una sulla vulcanologia.

Indirizzo: Via Castello, Lipari, Messina.

Costo biglietto: L'ingresso al castello è gratuito

Il chiostro normanno

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Il Chiostro Normanno fa parte della Cattedrale di San Bartolomeo. Riscoperto interamente solo nel 1978, è il primo chiostro latino-normanno edificato nella regione siciliana. Vale davvero la pena di una visita. L’accesso è dalla navata destra della cattedrale.

Indirizzo: Via Castello 3, 98055 Lipari, Messina.

Museo archeologico regionale eoliano

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Il Museo Archeologico Regionale Eoliano di Lipari è dedicato all’archeologo che effettuò i lavori di scavo negli anni ’50, Luigi Bernabò Brea. Creato in alcune sale del Castello e del palazzo arcivescovile di Lipari, contiene al suo interno anche reperti rinvenuti nelle altre isole dell’arcipelago.

Cinque sono le sezioni, collocate in altrettanti palazzi di rilevanza storica: il Padiglione di Archeologia Preistorica nel Palazzo Vescovile, adiacente, il Padiglione delle Isole Minori, il Padiglione Epigrafico in un edificio del 1920; il Padiglione di Archeologia Classica e la Sezione sull'Archeologia Sottomarina, e il Padiglione di Vulcanologia.

Indirizzo: Via Castello 2, 98055 Lipari, Messina

Telefono: 090 988 0174

Parco archeologico di Contrada Diana

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Il Parco Archeologico di Contrada Diana sull’Acropoli di Lipari nasce nel 1971. Concepito come polmone verde dell’isola, custodisce al suo interno resti delle cinte murarie di epoca greca e romana, ben cinque chiese, tra cui la Cattedrale di San Bartolomeo e la Chiesa della Madonna delle Grazie, resti di oltre 2500 monumenti funerari, tra cui tombe a ipogeo di epoca imperiale romana, e una fossa votiva, il Bothros di Eolo.

Indirizzo: Acropoli di Lipari

La cattedrale di San Bartolomeo

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La Cattedrale di San Bartolomeo risale al 1084. Si trova in quella che viene chiamata l’Acropoli di Lipari. La chiesa abbaziale, insieme con il monastero e il primo chiostro latino-normanno della regione, fu bruciato dai Turchi nel 1544. La ricostruzione rinascimentale mantenne molto dell’edificio originario. Numerose le opere d’arte presenti nella chiesa. L’ingresso al chiostro è dalla navata destra.

Il Santuario della chiesa vecchia

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Il Santuario della Chiesa Vecchia, nome originale Santuario della Madonna della Catena, è l’unico santuario dell’Isola di Lipari. Dedicato a Maria SS. della Catena, sembra risalire al 1588. L’edificio spicca per il suo biancore tra il blu del mare e del cielo di quella che è una location da sogno. Infatti da questa postazione privilegiata potrete godere di uno dei panorami più belli dell’isola, con vista su SalinaFilicudi Alicudi. Al di sotto della chiesa potrete visitare la Cripta, un tempo usata come cimitero.

Il laghetto di Lingua

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contiene i resti di un’antica salina di età romana, ormai del tutto inghiottita dalle acque del bacino lacustre. Ciò che è rimasto è il pavimento in calce e ghiaietta e una parte dei muri divisori in opus reticulatum.

Santuario della Madonna del Terzito

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Il Santuario della Madonna del Terzito è un edificio religioso del XVII secolo. Deve probabilmente il suo nome alla sua costruzione e ricostruzione per ben tre volte o al termine spagnolo tersillo, con riferimento al triplice rintocco della campana che richiamava alla preghiera.

Ginostra

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Ginostra è un piccolo villaggio inerpicato sulla collina di una trentina di abitanti, isolato dal resto di Stromboli e accessibile solo via mare. Quello che fino a poco tempo fa è stato il porto più piccolo del mondo, Pertuso (buco), è stato ampliato nel 2004 per motivi di sicurezza. L’ampliamento non ha distrutto nulla della bellezza del paesaggio.

Alla piazza del paesino si accede attraverso una mulattiera – i muli sono l’unico mezzo di trasporto del luogo. Una volta in piazza, due piccole vie conducono rispettivamente alla chiesa e alla Spiaggia di Lazzaro. Proprio nella zona di Pertuso resterete incantati dalle piscine naturali dalle acque trasparenti. Ginostra coi suoi fondali è un paradiso per i sub, come pure per gli amanti del whale watching. 

Il villaggio preistorico di Portella

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Il Villaggio Preistorico di Portella risale all’età del Bronzo, periodo in cui nell’Arcipelago si diffuse la cultura del Milazzese. La Portella è una ripida e lunga cresta. 25 sono le capanne scavate nel lapillo scoperte nel 1954. Insieme alle capanne sono stati portati alla luce 25 pithoi, destinati verosimilmente alla conservazione dell’acqua.